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La Storia. La scuola è stata fondata nel 1953 quando, accanto ad artisti ben noti, si inserirono proficuamente tecnici provenienti da luoghi di eccellenza della tradizione artigianale artistica nazionale. La peculiarità, che le conferisce originalità rispetto alle altre, è lo stretto legame esistente tra discipline teoriche e tecnico-pratiche, tra cultura della parola e della manualità, tra espressività corporea ed educazione all’immagine, tra capacità progettuali e capacità operative. Nel 1992 la scuola è stata intestata a Pino Pascali, uno dei più importanti protagonisti della grande stagione dell’arte italiana negli anni Sessanta, tra “arte povera” e “pop art”. La scuola sorge in Corso Vittorio Veneto n° 14, ed è servita da due ingressi che si affacciano sul lungomare. La sua posizione è strategica nella città, sia per la prossimità di due park and ride, sia per il passaggio di varie linee di trasporto urbano ed extra urbano. Organizzata su cinque piani, di cui uno interrato. Dal 1°settembre 2012 la scuola si è unita con il Liceo De Nittis, e con esso, costituisce oggi, l'unico Liceo Artistico e Coreutico di Bari. Questo sito, con i suoi 1514 seguaci e circa 80 click giornalieri, rappresenta la memoria storica del Pascali, dall'originario Istituto d'Arte all'attuale Liceo. |
Chi era Pino Pascali.
Pino Pascali (Bari 1935 – Roma 1968).
Pur nella estrema brevità del suo percorso artistico, fu uno dei protagonisti più originali dell’arte italiana degli anni sessanta.
Si forma all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove si era trasferito dalla sua “Polignano a mare”, fu scenografo per la televisione, il teatro, il cinema, grafico pubblicitario, scultore e performer.
Personalità fortemente inquieta e creativa, fece parte della “Scuola pop di Piazza del Popolo” a Roma, imponendosi come uno degli interpreti più complessi ed enigmatici della sua epoca. Tra l’Informale europea e la Pop Art americana, Pascali si confron-tava con il progresso guardando al passato, alle origini, alle forme primarie della cultura mediterranea ed africana come il mare, la terra, gli animali, anche preistorici.
I suoi miti erano James Dean e Marlon Brando per la passione motociclistica e la velocità, Billie Holiday per la sua vita trasgressiva vissuta pericolosamente.
La grande manualità e l’abilità operativa, che gli derivano dalla passione per l’aeromodellismo e dalla attività di scenografo, lo portano a reinterpretare autonomamente gli oggetti della cultura di massa, le “finte armi” realizzate con materiali di recupero (ready–made) e le “sculture–non sculture dimezzate”.
L’aspetto che colpisce in Pino Pascali è la leggerezza quasi infantile e ludica, visibile nelle sue opere, che poi diventa libertà, fantasia, ironia e quindi coraggio, sfida e rischio nell’arte e nella vita: contro ogni convenzione sociale Pino diventa un eroe quotidiano, su cui c’è ancora molto da scoprire. Le sue opere sono visibili in musei, gallerie e collezioni sparse in Italia e nel mondo.